L’olio di CBD è usato come terapia aggiuntiva contro le convulsioni per i bambini a partire da due anni e per gli adulti con forme di epilessia grave quali la sindrome di Dravet o la sindrome di Lennox Gastaut, tanto che persino le case farmaceutiche hanno elaborato farmaci antiepilettici a base di cannabinoidi, riscontrandone per prime l’efficacia.
L’olio di CBD riduce la frequenza degli attacchi, ha un’azione prolungata e non produce effetti collaterali, a differenza dei farmaci. Sono stati pubblicati i risultati di una recente ricerca italiana sull’utilizzo di olio CBD somministrato per via sublinguale per il trattamento di varie forme di epilessia farmacoresistente. I risultati sono risultati promettenti: testando l’olio su vari pazienti una percentuale di essi (18%) non ha più avuto manifestazioni epilettiche mentre un’altra percentuale (71%) ha sperimentato un calo delle convulsioni del 50%, cosa che coi farmaci tradizionali non era mai avvenuto. Il 10% addirittura non ha più sofferto di crisi.
Le proprietà del CBD in tal senso si esplicano su più fronti:
Il CBD è anticonvulsivante – allevia i sintomi primari delle crisi epilettiche
Il CBD è neuroprotettivo – aiuta a mantenere il cervello in salute e riduce la frequenza e la gravità delle crisi
Il CBD modula i recettori nel cervello che hanno il compito di controllare varie attività cerebrali (TRPV, VDAC, GPR55)
Il CBD è un potente antinfiammatorio – può ridurre la neuroinfiammazione legata all’epilessia
Il CBD migliora l’attività del GABA nel cervello – il neurotrasmettitore che ha il compito di ridurre l’attività elettrica nel cervello
Sempre più studi indicano che l’insonnia può avere un effetto negativo sulla salute e quindi causare diversi disturbi quali esaurimento, stanchezza, problemi di concentrazione, scarso rendimento, disturbi alla vista, mal di testa, aumento dei disturbi muscolari, irritabilità, sbalzi di umore e tendenza a fare errori.
A lungo termine l’insonnia può provocare gravi malattie come obesità o il diabete mellito di tipo2.
La stanchezza riduce il movimento spontaneo e abbassa la temperatura corporea, in conseguenza viene ridotto il metabolismo basale.
Il CBD aiuta a dormire perché agisce sulla fase REM (Rapid Eye Movement) ossia la fase iniziale che è la più delicata nella quale il corpo si rilassa ma il cervello si attiva nell’alternanza di onde Theta, Alpha e Beta .
E’ infatti la fase nella quale hanno luogo i sogni, definita “sonno paradosso”.
Il CBD agisce sulla fase REM portandoci più velocemente alla fase successiva, ossia la fase NREM caratterizzata da un sonno più profondo dove le onde cerebrali sono più lente e ad ampio spettro – “sonno ortodosso”.
Quindi il CBD, oltre a ridurre il tempo in cui il corpo si addormenta prolunga la fase del sonno profondo, il vero sonno riposante e ristoratore.
Il modo in cui agisce è semplice: il CBD interagisce col sistema endocannabinoide che all’interno del corpo umano regola processi fisiologici quali umore, appetito, fertilità, memoria e anche il sonno.
Molti prodotti chimici come sonniferi lavorano analogamente ai sedativi eliminando le conseguenze (il “non riuscire a dormire”) ma non le cause dell’insonnia (ad esempio l’ansia). Al contrario, le proprietà del CBD possono riequilibrare a monte il ciclo del sonno naturale, favorendo il rilassamento fisiologico e riducendo l’ansia.
Gli stati ansiosi nella moderna quotidianità rappresentano una problematica molto diffusa che influisce pesantemente sulla qualità della vita.
I sintomi da stati ansiosi si manifestano con palpitazioni, dispnea (difficoltà nella respirazione), sudorazione,disturbi della concentrazione e del sonno.
L’ansia se non viene tenuta sotto controllo può sfociare anche in attacchi di panico,o alla lunga configurare situazioni di depressione anche grave, fobie sia specifiche che generalizzate, disturbi ossessivo compulsivi, disturbi da stress post-traumatico(DPTS), disagio e difficoltà cognitive.
La medicina moderna tende a curare i disturbi derivanti dalle patologie legate all’ansia con l’assunzione di sostanze chimiche,come psicofarmaci, antidepressivi e altri medicinali che,se sul breve termine possono dare temporanei
benefici, sul lungo termine portano a disturbi del sonno,aumento del peso,disfunzioni sessuali,nausea,vomito e diarrea.
L’olio di CBD è un rimedio naturale che non avendo alcuno degli effetti collaterali tipici dei farmaci tradizionali si pone come valida ed efficace alternativa nel trattamento dell’ansia, senza controindicazioni note; è in grado di stimolare il benessere fisico e mentale del soggetto riequilibrando l’intero organismo.
Il CBD agisce stimolando le facoltà limbiche e paralimbiche del cervello con un effetto positivo sulle manifestazioni dell’ansia.L’assunzione di CBD secondo degli studi mirati dei ricercatori dell’UCL London è infatti in grado di regolare l’afflusso del sangue in aree del cervello associate all’ansia, nello specifico l’afflusso di sangue all’ippocampo., nonchè regolare – tramite la stimolazione del sistema endocannabinoide – il rilascio della serotonina (l’ormone della felicità e del benessere).
Ciò comporta che l’assunzione regolare di cannabidiolo tramite l’olio di cbd contribuisce sensibilmente ad un innalzamento della
qualità della vita e del suo tenore nei soggetti che soffrono di stati ansiosi.
E’ stato scientificamente dimostrato che il CBD sia un valido principio attivo nel trattamento dei disturbi dell’umore: esso agisce direttamente sui neurotrasmettitori che controllano l’umore quindi il senso di benessere- felicità dell’individuo.
Come?
Depressione e sindrome bipolare – Depressione stagionale
I disturbi dell’ umore sono una condizione psicofisica anormale, spesso caratterizzata da eccessiva tristezza o euforia. I sintomi principali legati a questo disturbo possono essere affaticamento, agitazione, insonnia, notevole perdita o aumento di peso, calo della libido, oppressione toracica, tachicardia e dispepsia.
Le cause dei disturbi dell’umore possono essere molteplici e differire notevolmente da persona a persona ma in generale possiamo dire si tratti di una risposta della nostra mente ad eventi che non sono andati secondo le nostre aspettative ( delusioni, mancato raggiungimento di obiettivi preposti, lutti, abbandono etc. ).
I disturbi dell’umore si dividono in tre categorie:
Quando parliamo di stress ci riferiamo ad ogni causa ad azione prolungata (fisica chimica o psichica) capace di esercitare uno stimolo dannoso sull’organismo che reagisce manifestando tensione nervosa e logorio spesso non avvertito dal soggetto ma ugualmente deleterio.
Lo stress è la risposta psicologica e fisiologica che l’organismo mette in atto a fronte di compiti, difficoltà o eventi della vita valutati come eccessivi o pericolosi. La sensazione che si prova in una situazione di stress è di essere di fronte ad una forte pressione mentale ed emotiva. Uno stress intenso può provocare sintomi quali mal di testa, fastidi allo stomaco, aumento della pressione sanguigna, dolori al petto e disturbi del sonno.
Il CBD combatte ansia e stress andando a calmare il sistema nervoso centrale, la muscolatura e riducendo i livelli ematici del cortisolo, considerato l’ormone dello stress. Questo grazie alla sua interazione con i ricettori CB2 del sistema endocannabinoide il quale è responsabile di riportare il nostro corpo in omeostasi, ossia uno stato di equilibrio. Inoltre interagisce con la seratonina, un neurotrasmettitore che regola funzioni quali umore, sonno ed emozioni.
Studi recenti dimostrano che sempre più persone ricorrono al CBD per regolare l’appetito o la “fame nervosa”.
Il meccanismo dell’appetito è frutto dell’interazione omeostasica fra alcune aree del cervello, cellule dello stomaco e ormoni associati all’appetito. In particolar modo alcune cellule che rivestono lo stomaco rilasciano un ormone chiamato grelina il cui compito è attuare i meccanismi di percezione sensoriale dei nutrienti / stimolazione dell’appetito. La grelina rilasciata raggiunge quindi i recettori dell’ipotalamo, un organo del cervello deputato al controllo del sistema endocrino, dell’appetito e dell’assunzione del cibo. Nell’ipotalamo sono presenti le cellule nervose che stimolano o inibiscono l’appetito rilasciando proteine che stimolano o riducono la fame. La grelina pertanto aumenta l’attività delle cellule nervose dell’ipotalamo che rilasciano le proteine della fame e in contemporanea contrasta l’attività di quelle deputate al rilascio di proteine inibitrici. Con l’assunzione di cibo e il conseguente riempimento dello stomaco il rilascio di grelina diminuisce fino a cessare “spegnendo” la fame o il desiderio di mangiare che però non sono la stessa cosa.
La fame si riferisce ai processi fisiologici che regolano l’alimentazione omeostatica e la produzione di ormoni, proteine e segnali all’interno del sistema nervoso centrale. E’ un bisogno primario legato all’istinto di sopravvivenza e alla gestione dei processi metabolici.
L’appetito: con l’appetito ci riferiamo al desiderio di mangiare sebbene esso derivi spesso dalla fame, possono entrare in gioco molte variabili (stress, emozioni, fattori ambientali) che possono influire sia sul senso di appetito inteso come fame edonica – ingestione di cibo in base alla percezione sensoriale e al piacere, anche se in realtà il bisogno metabolico è già stato soddisfatto (la cosiddetta fame nervosa) sia sulla mancanza di appetito o inappetenza.
Ancora una volta quindi, l’olio di CBD ci viene in aiuto ottimizzando l’omeostasi del nostro organismo: agendo efficacemente su ansia, stress e stati d’ animo negativi spegne la fame edonica (la cosiddetta “fame nervosa”:il bisogno di mangiare come strategia di rilassamento/ fonte di piacere).
Non solo: poichè l’olio di CBD è un vero e proprio direttore d’orchestra dei sistemi di regolazione interna, ha un ruolo anche nella produzione dell’energia / immagazzinamento dei grassi, ovvero del nostro metabolismo
II CBD può risolvere o migliorare gli episodi di nausea e vomito di cui spesso sono
affetti pazienti soggetti a cure chemioterapiche.
Il suo principio antiemetico è apprezzato anche da parte di chi soffre di emicranie particolarmente invalidanti e addirittura dai pazienti oncologici sottopost ai trattamenti radio/chemioterapici e pazienti HIV.
Nausea e cinetosi (il cosiddetto “mal d’auto” o “mal di mare”) anche in soggetti non affetti da particolari patologie spesso degenerano in vomito e i farmaci antiemetici comunemente usati per trattare alterazioni di questo tipo (scopolamina,clorpromazina,tropisetron ed altri) provocano numerosi effetti collaterali quali astenia,mal di testa,stipsi,disturbi del movimento,affaticamento e perdita dell’appetito.
L’olio di CBD si pone invece come efficace rimedio naturale nel trattamento di nausea e vomito senza gli effetti collaterali dei succitati farmaci.Inoltre ha un effetto anticinetosico (anti mal d’auto, mal di mare etc) che i farmaci puramente antiemetici non possiedono.
L’olio di CBD è usato come terapia aggiuntiva contro le convulsioni per i bambini a partire da due anni e per gli adulti con forme di epilessia grave quali la sindrome di Dravet o la sindrome di Lennox Gastaut, tanto che persino le case farmaceutiche hanno elaborato farmaci antiepilettici a base di cannabinoidi, riscontrandone per prime l’efficacia.
L’olio di CBD riduce la frequenza degli attacchi, ha un’azione prolungata e non produce effetti collaterali, a differenza dei farmaci. Sono stati pubblicati i risultati di una recente ricerca italiana sull’utilizzo di olio CBD somministrato per via sublinguale per il trattamento di varie forme di epilessia farmacoresistente.
I risultati sono risultati promettenti: testando l’olio su vari pazienti una percentuale di essi (18%) non ha più avuto manifestazioni epilettiche mentre un’altra percentuale (71%) ha sperimentato un calo delle convulsioni del 50%, cosa che coi farmaci tradizionali non era mai avvenuto. Il 10% addirittura non ha più sofferto di crisi.
Le proprietà del CBD in tal senso si esplicano su più fronti:
L’organismo umano possiede una rete composta da milioni di recettori posti nelle membrane cellulari o negli organelli che compongono la cellula medesima, recettori che interagiscono con i cannabinoidi, particolari sostanze chimiche che trasmettono informazioni/danno istruzioni alle nostre cellule. Questa rete di recettori è il sistema endocannabinoide, che serve a regolare numerose funzioni fisiologiche. Gli endocannabinoidi come l’anandamide (AEA) e il 2 arachidonoilglicerolo (2-AG) sono prodotti dal nostro stesso organismo, mentre i fitocannabinoidi vengono prodotti dalla pianta di canapa.
Il cannabidiolo o CBD è un fitocannabinoide che agisce indirettamente sui recettori di questo sistema – riequilibrandolo quando uno stimolo come il dolore lo perturba.
Non agisce in modo specifico in una parte del corpo, ma funge da modulatore/regolatore dell’intero sistema endocannabinoide, ripristinando l’equilibrio del sistema (omeostasi) quando questo viene scompensato da fattori/stimoli esterni ed interni.
il CBD è un principio attivo che sempre più si sta rilevando estremamente utile per varie tipologie di dolore:
a. dolore cronico/neuropatico
b. dolore infiammatorio
c. dolore muscolare
d. dolore mestruale
e. emicrania con aura/ cefalee a grappolo
Il dolore è la reazione ad uno stimolo interno o esterno e si traduce in una sensazione che si prova per via delle informazioni date da specifiche fibre nervose e trasmesse alla periferia al cervello, il quale a sua volta interpreta tali segnali elaborandole come stimolo doloroso.Questa è la via ascendente del dolore.
Parallelamente nella via discendente del dolore invece, il cervello invia segnali alle periferie per lo spegnimento del dolore. Diversi neurotrasmettitori come il glutammato o il GABA intervengono in entrambe le vie del dolore (ascendente/discendente)
Il dolore può essere di diversi tipi, tra cui:
Acuto: è improvviso e ha una durata breve relazionata alla sua causa, come un intervento chirurgico, un trauma o un parto. È facilmente trattabile con i farmaci.
Cronico: è duraturo e continua anche quando la causa scatenante scompare. Può durare anche anni ed in genere è resistente alle terapie. Questo dolore implica uno squilibrio psicologico e può causare anche depressione e ansia. Alcune condizioni che possono provocarlo sono emicrania, cancro, nevralgia, fibromialgia, etc. Un tipo di dolore cronico particolarmente difficile da trattare è quello neuropatico.
Il ruolo della cannabis nel trattamento del dolore è stato oggetto di numerosi studi e si è rivelato utile nella gestione di diverse forme di dolore, prevalentemente refrattarie al trattamento con oppioidi o in alternativa a questi, dato che gli oppioidi danno seri problemi di assuefazione con i conseguenti rischi sia di sovradosaggio che di dipendenza.
Al contrario, il CBD è un composto non tossico, non psicoattivo, con pochissimi e trascurabili effetti collaterali, che tendono a scomparire dopo le prime assunzioni. Molti studi dimostrano l’efficacia del cannabidiolo sul dolore neuropatico. In particolare si è rivelato particolarmente efficace nei confronti del dolore neuropatico periferico provocato dai chemioterapici. Inoltre la qualità della vita di questi pazienti è spesso messa a dura prova da insonnia, depressione e ansia. Interagendo con i recettori serotoninergici, il CBD è particolarmente utile nel trattamento di queste comorbilità, migliorando sia lo stato di salute dei pazienti che il tono dell’umore. L’azione analgesica del CBD sul dolore neuropatico pare dipendere sia dall’interazione con diverse neurotrasmissioni del sistema nervoso centrale, sia con la produzione/modulazione di neurotrasmettitori (serotonina, GABA, glutammato) che con la regolazione dei recettori dell’adenosina, coinvolti nella trasmissione e nella cronicizzazione del dolore.
Oltre alla sua efficacia nel dolore cronico, è stata provata anche la sua sicurezza: in uno studio pubblicato sul Journal of Pain riguardante la sicurezza a lungo termine del consumo di CBD da parte dei pazienti affetti da dolore cronico si è visto come questa abbia un profilo di sicurezza ragionevole, esente da fenomeni di assuefazione/dipendenza/sovradosaggio.
Il CBD è risultato efficace anche per il trattamento del dolore infiammatorio. Infatti in molte condizioni infiammatorie, come l’artrosi (link alla ns sezione), il CBD agisce da antinfiammatorio naturale e ne previene l’aggravamento. In uno studio condotto dall’Università Insubria di Varese è stato evidenziato che il CBD piò addirittura inibire la produzione di citochine, ovvero molecole responsabili degli stati infiammatori severi.
Il cannabidiolo – CBD – agisce inoltre sui processi chimici in cui è coinvolto l’endocannabinoide anandamide (ovvero quello prodotto dal nostro stesso organismo), il quale a sua volta regola i meccanismi di percezione del dolore.
Il dolore muscolare – mialgia – è il dolore localizzato ad uno o più muscoli che si manifesta a seguito di sforzi eccessivi, traumi o malattie sistemiche.
Si distingue in :
– dolore muscolare locale: interessa un’area circoscritta del corpo, un muscolo o un distretto muscolare, spesso è il risultato di una contrazione involontaria ed improvvisa delle fibre muscolari o della lesione parziale delle stesse causata da un trauma.
Può essere causato sia da sforzi fisici eccessivi e prolungati che dalla tensione continua dovuta allo stress e all’assunzione di posture errate, cosa che a lungo andare determina l’affaticamento muscolare.
Nel caso dell’atrite (link alla sezione) invece il dolore muscolare è un riflesso di quello osseo/articolare;
– dolore muscolare diffuso: può essere causato da diversi fattori, tra cui infezioni virali, miopatie indotte da farmaci, ipotiroidismo, polimialgia reumatica. In alcuni casi esso può dipendere anche da uno stato di stanchezza generale, dall’astinenza da alcool o dagli squilibri elettrolitici di sodio, potassio e calcio.
Il meccanismo del dolore
Quando il corpo rileva un danno vengono rilasciate da parte di recettori nervosi specifici (nocirecettori) delle sostanze chimiche chiamate prostaglandine, che determinano l’invio del messaggio di dolore al cervello.
I rimedi farmaceutici cui si ricorre in questi casi sono: analgesici/antidolorifici (FANS – farmaci analgesici non steroidei) e miorilassanti
Gli antidolorifici FANS interagiscono con il sistema nervoso centrale, bloccando la produzione di prostaglandine. In realtà il dolore è ancora presente, ma il cervello non ne viene “informato” e di conseguenza non elabora lo stimolo doloroso. Tuttavia questi medicinali comportano effetti collaterali quali nausea, vomito, costipazione, diarrea, ulcere, perforazioni e sanguinamento del tratto gastro-intestinale, effetti che chiaramente peggiorano con la frequenza di utilizzo del farmaco.
I miorilassanti invece agiscono localmente e contribuendo a ridurre la rigidità e la tensione del muscolo aiutano a mitigare il dolore. Anch’essi hanno importanti effetti collaterali : astenia (riduzione della forza muscolare), ipotonia (riduzione della tonicità muscolare), vertigini, disturbi gastrointestinali e disturbi del sonno.
L’olio di cbd invece è un miorilassante naturale : riduce la rigidità, la tensione muscolare e quindi il dolore, ma soprattutto è efficace nel ridurre l’infiammazione sottostante, cosa che nè gli analgesici nè i miorilassanti farmaceutici sono in grado di fare.
L’azione del CBD come rilassante muscolare avviene grazie alla presenza di recettori cannabinoidi, garantiti dal sistema endocannabinoide (link alla nostra sezione), uno dei sistemi biologici presenti nel corpo umano. Le molecole, per trasmettere segnali e informazioni alle altre cellule del corpo, si avvalgono dei recettori cannabinoidi, CB1 e CB2.
Il sistema endocannabinoide lavora quindi anche per regolare la contrazione muscolare e i cannabinoidi come il CBD hanno un ruolo significativo nella comunicazione tra i gruppi muscolari e i neuroni. L’azione indiretta antinfiammatoria del cannabidiolo, infatti, favorisce il rilassamento e la distensione della muscolatura: quando il CBD si lega ai recettori, agisce sul sistema nervoso centrale e sulle infiammazioni.
In particolar modo, l’olio di CBD come hanno evidenziato molti studi si distingue per:
Le sue notevoli proprietà antinfiammatorie;
Ottimizzare il recupero: assumere CBD al termine di uno sforzo fisico, aiuta ad ottimizzare il recupero dell’organismo anche in fase post-allenamento;
Le sue proprietà ansiolitiche e muscolorilassanti: distende e calma il sistema nervoso, favorendo anche un riposo adeguato;
Le sue proprietà analgesiche: il CBD è particolarmente indicato per le persone che soffrono di dolori cronici o malattie infiammatorie ma anche per stati infiammatori causati da traumi, anche sportivi;
Allevia gli stati d’ansia: aiuta ad ottenere importanti benefici mentali, che inevitabilmente si riflettono sul fisico.
Dolori muscolari da sport: allenamento, recupero e acido lattico
Ogni volta in cui si affronta un’attività sportiva intensa, tra le 24 e le 72 ore successive alla pratica si avvertono i muscoli rigidi e si prova dolore.
Ciò non è dovuto nè al fatto di essere fuori forma o di aver fatto “movimenti sbagliati”: il dolore post-allenamento è la risposta fisiologica del fisico allo sforzo e non fa distinzioni tra principianti e professionisti.
Questo fenomeno è conosciuto in ambito medico con la sigla DOMS, ossia Delayed Onset Muscle Soreness. Si tratta di un dolore ritardato che colpisce gli sportivi al termine dell’allenamento, soprattutto dopo gli esercizi che richiedono numerosi allungamenti.
Nell’immaginario comune si imputano rigidità e dolori all’acido lattico (che in realtà il nostro organismo metabolizza, cioè degrada completamente nel giro di poche ore) : in realtà durante la pratica si verificano microscopici danni alle fibre muscolari ai quali il nostro organismo reagisce scatenando un processo infiammatorio responsabilie dei dolori e della rigidità post- allenamento
L’azione del CBD come rilassante muscolare agisce come anti-infiammatorio contrastando il DOMS e favorendo il recupero muscolare, il “restauro” delle fibre danneggiate, nel mentre che esplica la sua azione analgesica.