CBD e INFIAMMAZIONE – un principio attivo “30 volte più efficace dell’aspirina”

Nel 2019, una ricerca dell’Università di Guelph -Canada – pubblicata poi su Phytochemistry ha indagato le proprietà del CBD come antinfiammatorio. Lo studio ha evidenziato come l’efficacia antinfiammatoria del CBD sia dovuta a due specifiche molecole: la cannaflavina A e la cannaflavina B, in grado sia di agire efficacemente sui ceppi pro-infiammatori, le cause dell’infiammazione, sia di modulare – cioè tenere sotto controllo la risposta antinfiammatoria.

Le conclusioni di questo studio evidenziano come la potenza antinfiammatoria del CBD ( che non è psicoattivo e non dà dipendenza) sia 30 volte superiore a quella dell’aspirina, senza presentare alcun effetto collaterale.

Altre importanti ricerche condotte dall’OMS nel 2017 e dall’Università Insubria di Varese giungono alle medesime conclusioni.

Privo degli effetti collaterali dei farmaci anti-infiammatori, addirittura 30 volte più efficace dell’aspirina e in grado di agire significativamente sugli stati infiammatori, il CBD è un principio attivo che sempre più si sta rivelando estremamente utile per tutta una serie di patologie caratterizzate da infiammazioni acute o croniche:

a) artrosi

b) artrite

c) malattie autoimmuni

d) allergie

e) diabete

f) malattie neurodegenerative

g) infiammazioni intestinali/ morbo di Crohn

CHE COS’E’ L’INFIAMMAZIONE 

L’infiammazione – dalla medicina definita flogosi o risposta flogistica – è un meccanismo di difesa che l’ organismo attiva quando si verifica un danno di varia natura ai tessuti.

Il processo infiammatorio è la risposta fisiologica all’esposizione ad un qualunque agente:

– patogeno ( virus, batteri, funghi);

– chimico (sostanze tossiche o veleni),

– fisico (ad esempio le radiazioni solari)

e si scatena ogni volta in cui subiamo un trauma o soffriamo di qualche patologia.

Benchè l’infiammazione sia un meccanismo fisiologico di difesa/protezione dagli agenti patogeni o di riparazione del danno tessutale e ripristino delle normali funzioni dell’organismo (omeostasi), risposte antinfiammatorie abnormi o “eccessive” possono produrre danni significativi, pertanto è fondamentale tenere “sotto controllo” la risposta anti-infiammatoria.